[1] The Space of Power in Southern Italy Between the 13th and 14th Centuries.
[2] The Brutalist City. Concrete as a Tool for Urban and Intercultural Experimentation.
[1] The Space of Power in Southern Italy Between the 13th and 14th Centuries.
[Italian version below]
In the 13th century, the rise of national monarchies, the birth of the first communal realities, demographic growth, and economic changes had a significant impact on the architectural and artistic production of the Italian peninsula.
In the South and in Sicily, the resistance of a central power limited the establishment of stable civic authorities, hindering the construction of local administrative buildings. However, social dynamism fostered the emergence of specific administrative-territorial structures, such as "sedili." The main architectural initiatives were mostly linked to monarchical power, but there were also those promoted by the episcopal authority, local nobility, and, towards the end of the century, by the mendicant orders.
Architectural interventions became expressions of the political strategies of new “actors” active in cities, either continuing or breaking with the pre-existing urban fabric. The reconfiguration of castles, as well as the construction of new buildings, shaped the urban layout of the Kingdom’s cities. An emblematic case is Naples, which became the seat of the Angevin court after the loss of Sicily, where, at the end of the 13th century, the start of numerous construction projects led to a complete transformation of its original appearance.
This session aims to investigate the relationship between urban space and the civil, religious, military, and noble architecture promoted by the aforementioned "actors"—the sovereign, the bishop, the noble families, and the mendicant orders— in a period between the early 13th and 14th centuries. The call is addressed to historians of architecture, art, cities, and institutions who will analyse, through the methodologies of their respective disciplines, how the intersections and overlaps of power altered the identity and spatial organisation of cities.
Session No. 2.3
Propose a paper: https://aisuinternational.org/palermo-2025-proposta-di-paper-macrosessione-2/
Info: arianna.carannanteuniroma1.it
[Italian version]
Lo spazio del potere in Italia Meridionale tra Due e Trecento.
Nel Duecento l’affermazione delle monarchie nazionali, la nascita delle prime realtà comunali, l’incremento demografico e i cambiamenti economici ebbero un notevole impatto sulla produzione architettonica e artistica della penisola italiana.
Nel Mezzogiorno e in Sicilia la resistenza di un potere centralizzato limitò la nascita di autorità cittadine stabili, ostacolando la costruzione di sedi amministrative locali. Tuttavia, il dinamismo sociale favorì la nascita di specificità amministrativo-territoriali, come i “sedili”. Le principali iniziative architettoniche furono legate soprattutto al potere monarchico, ma non mancarono quelle promosse dall’autorità vescovile, dalle nobiltà locali e, sul finire del secolo, dagli ordini mendicanti.
Gli interventi architettonici divennero espressione delle strategie politiche di nuovi “attori” attivi in città, ponendosi in continuità o in rottura con il tessuto urbano preesistente. La riconfigurazione dei castelli, nonché la costruzione di nuovi edifici, plasmarono l’assetto urbano delle città del Regno. Un caso emblematico riguarda Napoli, divenuta sede della corte angioina dopo la perdita della Sicilia, dove alla fine del Duecento l’avvio di numerosi cantieri portò a una completa trasformazione del suo aspetto originario.
La sessione intende indagare il rapporto tra lo spazio urbano e l’architettura civile, religiosa, militare e nobiliare promossa dai menzionati “attori” – il sovrano, il vescovo, le famiglie nobiliari, gli ordini mendicanti – in un periodo compreso tra l’inizio del XIII e il XIV secolo. La call è rivolta a storici dell’architettura, dell’arte, della città e delle istituzioni, che analizzino, attraverso le metodologie proprie delle diverse discipline, come gli incroci e le sovrapposizioni di potere abbiano contribuito a modificare l’identità e l’organizzazione spaziale delle città.
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[2] The Brutalist City. Concrete as a Tool for Urban and Intercultural Experimentation.
[Italian version below]
The session aims to investigate the themes of the city and public space through the interpretive lens of Brutalism, to understand its implications and repercussions on contemporary debate, also in light of its recent mainstream “rediscovery” (through cinema with “Blade Runner 2049”, “Dune” and “The Brutalist,” the recent exhibitions at the MoMA on the former Yugoslavia, at the Met on Paul Rudolph, and even through video games and social media).
Despite a rather limited development in time, especially when compared to other seasons of architecture, Brutalism emerged on the post-World War II scene as a technical and formal experience in heterogeneous contexts, becoming a paradigmatic and prefigurative element for the city of tomorrow.
The session aims to propose a debate on the theoretical implications and social spillovers of the large civil and housing complexes built in England, the United States, Japan, Brazil, Italy, France, the former USSR, the Balkans, etc., opening up to a comparative and interdisciplinary perspective that analyzes the phenomenon from different perspectives. In particular, in the processes of post-war reconstruction (especially in Europe and Japan), urban renewal (United States, England), and national identity construction (Brazil, former Yugoslavia, Caucasus, Baltics), which are embedded within a broader cultural context of theoretical as much as technical experimentation. From the CIAM debates to the structural enterprises secured by the availability of new technologies and materials, Brutalism emerges in its radical and contesting essence, as a break with dominant canons and, at the same time, as the last tool available to Modernism to shape entire portions of the city (Barbican Centre, Corviale, Rozzol Melara, Genex Tower, etc.). The Brutalist city is thus an incubator of urban, formal, and technological experimentation at both the large and building scales. Almost 70 years after the beginning of this extraordinary season of architecture, it is also crucial to critically rethink these city forms from a heritage perspective (as in the recent case studies in Kharkiv and other Ukrainian cities), as well as their possible restoration from a technical and sustainable point of view.
Coordinators: Giusi Ciotoli, Marianna Charitonidou, Marco Falsetti
Contact: ciotoligiusigmail.com
Please use this link to submit your proposal by 3 May 2025:
https://aisuinternational.org/en/palermo-2025-proposta-di-paper-macrosessione-7/
Session No. 7.13
[Italian version]
La Città Brutalista. Il cemento come strumento di sperimentazione urbana e interculturale
La sessione si propone di indagare i temi della città e dello spazio pubblico attraverso la lente interpretativa del Brutalismo, per comprendere le implicazioni e le ricadute sul dibattito contemporaneo, anche alla luce della sua recente “riscoperta” mainstream (attraverso il cinema con “Blade Runner 2049”, “Dune” e “The Brutalist”, le recenti mostre al MoMA sull’ex Yugoslavia, al Met su Paul Rudolph, e finanche attraverso i videogiochi e i social).
A dispetto di uno sviluppo piuttosto limitato nel tempo, specie se paragonato ad altre stagioni dell’architettura, il Brutalismo si è imposto sulla scena del Secondo Dopoguerra come esperienza tecnica e formale in contesti eterogenei, divenendo elemento paradigmatico e prefigurativo per la città del domani.
La sessione intende proporre un dibattito sulle implicazioni teoriche e le ricadute sociali dei grandi complessi pubblici e abitativi realizzati in Inghilterra, Stati Uniti, Giappone, Brasile, Italia, Francia, ex URSS, Balcani, etc. aprendosi ad una prospettiva comparata e interdisciplinare che analizzi il fenomeno sotto diversi profili. In particolare, nei processi di ricostruzione post-bellica (soprattutto in Europa e Giappone), di rinnovamento urbano (Stati Uniti, Inghilterra), e di costruzione identitaria nazionale (Brasile, ex-Yugoslavia, Caucaso, Paesi Baltici), i quali si inseriscono all’interno di un più ampio contesto culturale di sperimentazione teorica quanto tecnica. Dai dibattiti dei CIAM sino alle prodezze strutturali garantite dalla disponibilità di nuove tecnologie e materiali, il Brutalismo emerge nella sua essenza radicale e contestatrice, di rottura rispetto ai canoni vigenti e, allo stesso tempo, come ultimo strumento disponibile al Modernismo per dare forma a intere porzioni di città (Barbican Centre, Corviale, Rozzol Melara, Genex Tower, etc). La città brutalista è dunque un incubatore di sperimentazione urbana, formale, tecnologica alla grande scala così come a quella dell’edificio. Quasi 70 anni dopo l’inizio di questa stra-ordinaria stagione dell’architettura, è inoltre fondamentale ripensare criticamente queste forme di città nell’ottica di heritage (come nei recenti casi studi a Kharkiv e in altre città ucraine), così come di un loro possibile restauro dal punto di vista tecnico e sostenibile.
Coordinatori: Giusi Ciotoli, Marianna Charitonidou, Marco Falsetti
Contatto: ciotoligiusigmail.com
Le proposte possono essere inviate tramite questo portale entro il 3 maggio 2025:
https://aisuinternational.org/palermo-2025-proposta-di-paper-macrosessione-7/
Quellennachweis:
CFP: 2 Sessions at AISU (Palermo, 10-13 Sep 25). In: ArtHist.net, 14.04.2025. Letzter Zugriff 20.04.2025. <https://arthist.net/archive/47220>.