CFP 08.05.2023

The End and Other Beginnings II: Beyond the Catastrophe (Rome, 14-15 Sep 23)

Sapienza Università di Roma - Piazzale Aldo Moro 5, Roma, 14.–15.09.2023
Eingabeschluss : 15.06.2023

Daniel Borselli, Bologna

La fine e altri inizi II: Oltre la catastrofe [The End and Other Beginnings II: Beyond the Catastrophe]

[ENG]
Over the past three decades, contemporary society and culture had to confront countless announcements of the end, as well as the difficulties encountered by the equally numerous 'post-' scenarios emerging from such a teleological breakdown in recomposing adequate epistemological and political frameworks. Whereas Frederic Jameson (1984) and Mark Fisher (2009) agree in defining post-modernity as a “continuous present” resulting on a cultural level in an illusory nostalgic refuge, the urgent debate on the climate crisis suggests instead a redirection towards posterity of both the ecological transformation, its ethical demands, and the anxieties generated by the failure of their achievement. Unprecedented conditions such as 'ecological grief' (Cunsolo and Ellis, 2018), 'environmental melancholia' (Lertzman, 2015), or 'solastalgia' (Albrecht, 2003), testify to disorientation and powerlessness on the threshold of the sixth mass extinction while raising important questions about the individualisation of responsibility for the current emergency. In fact, the iniquitous distribution of responsibility for environmental devastation—produced by a deliberate project of disavowal, as aptly outlined by theorists such as Donna J. Haraway, Jason W. Moore, Salvage Collective, and Fisher—ultimately exposes the universalising, essentialising and, therefore, essentially pacifying (Zylinska, 2018) nature of any Apocalyptic narrative.
Against this background, the international research workshop The End and Other Beginnings II: Beyond the Catastrophe aims at emphasising radically alternative hypotheses, between art and architecture, opposing the status quo reproduced and naturalised by ‘end-of-the-world’ narratives. Possible, but not exclusive, topics of discussion around the possibility of an ethic and aesthetic transformation towards an environmentalist, anti-speciesist, and compostist attitude may include transfeminist queer situated deconstructions of the supposedly ‘universal’ white, male, and Christian Anthropos of the Anthropocene; the decolonisation of the Western gaze on current crisis scenarios; reconsiderations of the ecological role and impact of artistic and non-artistic institutions. Beyond the sole ecological issue, the workshop is interested in addressing creative paradigms emerging “in capitalist ruins” (Tsing, 2015), such as the relations between art and commons, attempts at 'sympoiesis' and 'contamination' of the human and non-human, peri-political and aesthetic aspects of activism and participatory art, forms of radical pedagogy, as well as conditions for architectural and urban design around and beyond the built environment. In addition, the discussion may also include practices of re-mediation incorporating post-human and without-human perspectives—at the core of the recent connections between AI, critical post-humanism, and extinction—, as well as the potential and limitations of “sustainability,” between an ecological elan and the ghosts of ‘green capitalism’ and ‘ecofascism.’
To apply, please send the following materials to lafineealtriinizi.workshopgmail.com no later than 15 June 2023, specifying “Application [Surname]” in the subject line:
an abstract of your presentation of no more than 250 words, including a title and a maximum of 5 keywords;
a short biographical note of no more than 150 words, including any academic affiliation and relevant recent publications and/or projects related to the topic of your presentation.
Participation is open to all researchers and artists engaged in these issues; special attention will be given to proposals by Ph.D. students and early-career researchers. Consistently with the Call for Contributions, alternative modes of participating in the workshop are welcome, besides the traditional oral presentation, such as video essays, performative talks, and interdisciplinary dialogues between researchers; in the latter case, please specify the methodology in the abstract. All interventions will have a maximum duration of 20 minutes and will be followed by a short discussion.

[ITA]
Negli ultimi tre decenni, la società e la cultura contemporanea hanno dovuto fronteggiare innumerevoli annunci di fine, nonché le difficoltà incontrate dagli altrettanto molteplici scenari “post-” emersi da un simile collasso teleologico nel ricomporre cornici epistemologiche e politiche adeguate per rimediare al senso di esaurimento ereditato dal Novecento. Laddove tale spossatezza societaria designa, per Fredric Jameson (1984), il tempo della post-modernità come un “presente continuo” e si traduce a livello culturale, nelle parole di Mark Fisher (2009), in un pervasivo ma illusorio rifugio nostalgico, l’incalzante dibattito sull’emergenza climatica suggerisce invece un reindirizzamento verso la posterità tanto delle istanze etiche quanto delle ansie generate dalla loro mancata realizzazione. Inedite patologie quali il “lutto ecologico” (Cunsolo ed Ellis, 2018), la “malinconia ambientale” (Lertzman, 2015) o la “solastalgia” (Albrecht, 2003) testimoniano da un lato lo smarrimento e l’impotenza del soggetto alle soglie della sesta estinzione di massa e, dall’altro, sollevano importanti interrogativi in merito all’individualizzazione delle responsabilità dell’attuale crisi. Proprio l’iniqua distribuzione delle responsabilità della devastazione ambientale – risultato di un deliberato progetto di disconoscimento, come opportunamente esposto da teoriche e teorici quali Donna J. Haraway, Jason W. Moore, Salvage Collective e ancora Fisher – permette di mettere a nudo il carattere universalizzante, essenzializzante e, dunque, sostanzialmente pacificatorio (Zylinska, 2018) di qualsiasi narrazione apocalittica.
In opposizione a un campo di azione e di studi così costituito, il workshop "La fine e altri inizi II: Oltre la catastrofe" vuole concentrarsi sulle ipotesi, tra arte e architettura, di alternative radicali allo status quo che le retoriche da “fine del mondo” implicitamente occultano e rinsaldano. L’evento punta a stimolare riflessioni sulla possibilità di una trasformazione etica ed estetica in senso ambientalista, antispecista e compostista, inserendosi nel solco delle proposte transfemministe queer di decostruzione situata della pretesa di universalità dell’Anthropos bianco, maschio e cristiano, così come dei progetti di decolonizzazione dello sguardo occidentale sugli attuali scenari di crisi, transitando per le possibili ridiscussioni del ruolo – e dell’impatto ambientale – delle istituzioni culturali e non solo. Senza limitarsi alla sola questione ecologica, abbracciando piuttosto il complesso delle “fini” che costellano la costruzione della cultura contemporanea, si intende inoltre incoraggiare una discussione dei paradigmi artistici emergenti “tra le rovine del capitalismo” (Tsing, 2015), quali il rapporto tra arte e commons, i tentativi di “simpoiesi” e “contaminazione” tra umano e non-umano, l’attivismo e la partecipazione tra dimensione peri-politica ed estetica, le forme di radical pedagogy e le condizioni per una progettazione architettonica e urbanistica intorno e oltre al costruito. Possono inoltre contribuire al dibattito, con le loro suggestioni, pratiche di ri-mediazione interessate all’incorporazione di prospettive dopo e in assenza dell’umano – evidenti nei recenti sviluppi delle connessioni tra IA, postumanesimo critico ed estinzione –, così come le potenzialità e i limiti della nozione di “sostenibilità” tra impulso ecologista, green capitalism ed ecofascismo.
Per proporre la propria candidatura, è necessario inviare i seguenti materiali all’indirizzo mail lafineealtriinizi.workshopgmail.com entro e non oltre il 15 giugno 2023, indicando in oggetto “Candidatura [Cognome]”:
un abstract della propria presentazione di non più di 250 parole, corredato da un titolo e da 5 parole chiave;
una breve nota biografica di non più di 150 parole, comprensiva di eventuale affiliazione accademica euna lista di pubblicazioni e/o progetti recenti rilevanti ai fini del proprio intervento.
La partecipazione all’evento è aperta a tutte le ricercatrici e i ricercatori, alle artiste e agli artisti impegnat su questi temi; particolare attenzione sarà riservata alle proposte di dottorand ed early-career researchers. Coerentemente con lo spirito della call, oltre alla tradizionale relazione orale sono benvenute modalità alternative di partecipazione al workshop quali, a titolo di esempio, video-essays, presentazioni performative, dialoghi interdisciplinari tra ricercator*; in quest’ultimo caso, si prega di specificare la metodologia in sede di abstract. Tutti gli interventi avranno una durata massima di 20 minuti e saranno seguiti da una breve discussione.

Quellennachweis:
CFP: The End and Other Beginnings II: Beyond the Catastrophe (Rome, 14-15 Sep 23). In: ArtHist.net, 08.05.2023. Letzter Zugriff 20.04.2024. <https://arthist.net/archive/39225>.

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