CFP 18.11.2019

Session at AIPI XXIV (Geneva, 7-9 Sep 20)

University of Geneva, 07.–09.09.2020
Eingabeschluss : 30.11.2019

Valerio Zanetti, Herzog August Bibliothek

AIPI XXIV - Congresso Scienza, arte e letteratura: lingue, narrazioni, culture che si incrociano

Panel 12 - L’italiano e la scienza tra Medioevo e Rinascimento: le vie della lingua, della letteratura, dell’arte


La rinascenza del XII secolo, appena prima del grande sviluppo delle tradizioni linguistiche in volgare, si concretizza con lo sviluppo in Europa di un’ampia trattatistica scientifica, i cui confini sono tutt’altro che definiti, che spazia dalla matematica alla medicina, dall’astronomia/astrologia alla stregoneria, dai manuali tecnici (dedicati per esempio all’agricoltura o all’arte della guerra) all’interpretazione dei sogni. In generale, la prima fase di circolazione scientifica in epoca medievale è la storia di un vasto processo di traduzione culturale e linguistica dei saperi: dall’arabo, dall’ebraico, dal latino (spesso anche come lingua intermedia) ai volgari italiani; questo porta alla creazione di tipologie testuali multiformi e di un lessico fluido e magmatico, che risente spesso della tipologia dei testi, della lingua (o delle lingue) di partenza, del pubblico.
Il tardo Trecento e, in seguito, a maggior ragione il periodo umanistico e rinascimentale recuperano prospettive scientifiche trascurate o poco documentate nell’epoca precedente: si ha infatti un incontro tra lo studio e il recupero dei classici operato dagli umanisti da un lato e i saperi coltivati nelle botteghe artigiane dall’altro: ciò porta a un progressivo ampliamento del ventaglio testuale (per cui ai trattati si affiancano ricettari, documenti di bottega, appunti) e un’ampiezza lessicale che si va allineando su una duplice possibilità latino/volgare, spesso in un dialettico scontro (si pensi alle traduzioni di Plinio), che prelude tuttavia a quella standardizzazione del lessico che si verificherà a partire dal Seicento.
Fino alla fine del Cinquecento proprio la labilità del confine del campo della “scienza” e l’impossibilità di distinguere nettamente singoli settori fa sì che concetti scientifici divengano elementi rappresentati e talvolta costitutivi anche all’interno di generi letterari non scientifici (l’epica, la lirica, la narrativa).

Su queste premesse, la nostra sezione intende raccogliere contributi di carattere linguistico, letterario e latamente culturale, che rispondano (per esempio, ma non esclusivamente) a domande come: cosa era considerato “scienza” nel Medioevo e quali erano le figure “professionali” (spesso “ibride”, esperte a un tempo di fusione dei metalli e di amuleti, di pompe idrauliche e di macchine a moto perpetuo) che si occupavano di scienza? quali forme linguistiche e testuali venivano usate per ogni specifico discorso scientifico? qual è stato il peso reciproco della mediazione linguistica e della mediazione culturale (anche con riferimento agli apparati iconografici)? in che modo la scienza medievale e rinascimentale è penetrata nella letteratura (si pensi ai casi delle macchie lunari di Dante o del teatro della memoria di Giulio Camillo)? qual è stata l’evoluzione dell’italiano della scienza, o di una particolare branca di essa (per esempio la medicina, la matematica, l’astronomia), tra il Duecento e il Cinquecento? qual è stato il rapporto con le lingue di partenza dei testi? come l’italiano della scienza è stato recepito fuori d’Italia?

Coordinamento:
Lorenzo Bacchini (Johns Hopkins University), lbacchi1jhu.edu
Francesco Brenna (Johns Hopkins University), fbrenna4jhu.edu
Barbara Fanini (Accademia della Crusca -Università di Firenze), faninicrusca.fi.it
Giulio Vaccaro (CNR - Opera del Vocabolario Italiano),vaccaroovi.cnr.it
Valerio Zanetti (University of Cambridge), vz218cam.ac.uk

Quellennachweis:
CFP: Session at AIPI XXIV (Geneva, 7-9 Sep 20). In: ArtHist.net, 18.11.2019. Letzter Zugriff 26.04.2024. <https://arthist.net/archive/22113>.

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